Dal 23 al 27 gennaio 2010, abbiamo partecipato ad un'esperienza che ci ha portati a riflettere sul dramma del genocidio del popolo ebraico e del sanguinoso massacro che ha sconvolto l'intera umanitè durante la seconda guerra mondiale. Abbiamo voluto conoscere, saperne di più, per capire cosa avesse spinto un uomo, Hitler, a compiere un tale sterminio e soprattutto mille altre persone a permetterglielo e a seguirlo.
Proseguendo nello studio e nell'approfondimento abbiamo pensato con paura: e se tutto questo dovesse succedere ancora?
Abbiamo quindi inteso lo studio come antidoto contro una reiterazione del passato e nel contempo come fattore educativo e preservatore della memoria connotata come strumento di libertà. Il problema del razzismo, a tutt'oggi, non è risolto, è ancora aperto e ultimamente ci sembra sia un po' trascurato: abbiamo il timore che dentro di noi si racchiuda anche una parte razzista, che vive di pregiudizi, di luoghi comuni e di ignoranza e che va eliminata con la conoscenza, la ragione, il buon senso e la tolleranza.
Le persone che hanno partecipato con noi all'esperienza "Un Treno per Auschwitz" ci hanno regalato punti di vista diversi e interpretazioni interessanti.
Sappiamo che è necessaria una coscienza del passato, di quello che è successo, per avere la possibilità di individuare i caratteri della nostra società e di guardare al futuro con la speranza di evitare gli errori già commessi.
Perchè questa memoria sia efficace, deve essere condivisa e diventare quindi patrimonio di una collettività.
La nostra scelta etica ha selezionato la memoria secondo eventi e riflessioni che sottolineano l'assoluta disumanità del razzismo e, nel caso specifico dell'antisemitismo e della sua unicità, l'impossibilità per gli uomini di abdicare alla responsabilità individuale rispetto agli atti compiuti.
Abbiamo così deciso di portare questa esperienza ed i nostri approfondimenti, alla fine del nostro percorso scolastico, sviluppando una tesi sull'argomento. Il suo contenuto è stato inserito in questo sito.
Il nostro lavoro non ha la pretesa di essere completo ed esaustivo, quindi ci auguriamo che, negli anni a venire, altre classi proseguano lungo il percorso che abbiamo tracciato, perchè non si spezzi l'esile filo della memoria.