LA RICERCA DELLA VERITA' E DEI COLPEVOLI

Il 26 agosto 1938 il Commissario del Reich per l'Austria istituì la Zentralstelle für Jüdische Auswanderung (Ufficio Centrale per l'Emigrazione Ebraica). A comandarlo venne inviato a Vienna un giovane ufficiale delle SS: Adolf Eichmann. L'Ufficio era un' emanazione del servizio di controspionaggio(SD) ed aveva il compito di costringere il maggior numero possibile di ebrei austriaci ad emigrare. I nazisti non avevano alcuna idea concreta per attuare con successo questo compito e ad Eichmann venne data di fatto carta bianca sotto il profilo organizzativo. Eichmann si mise al lavoro introducendo una metodologia che più tardi sarebbe stata applicata in tutta Europa. In primo luogo concentrò tutti gli ebrei austriaci a Vienna. Per attuare questo imponente spostamento Eichmann costrinse la Comunità Ebraica di Vienna ad accollarsi tutte le spese di trasloco e gli oneri di alloggiamento per gli ebrei provenienti dalle altre località


In secondo luogo Eichmann escogitò un sistema per addebitare i costi di emigrazione degli ebrei nullatenenti sulle spalle degli ebrei facoltosi, riuscendo così ad espellere dall'Austria, senza costi per la Germania, un rilevante numero di ebrei. Il sistema aveva dato così buona prova che si decise di estenderlo alla Germania. Il 30 gennaio nacque così il Reichszentrale für Jüdische Auswanderung (Ufficio Centrale del Reich per l'Emigrazione Ebraica) che, oltre a coordinare l'emigrazione dalla Germania, doveva sovrintendere all'emigrazione dai territori orientali. Capo del Reichszentrale venne nominato Heinrich Mü ller comandante generale della GESTAPO. Dopo l'occupazione della Boemia e della Moravia venne istituito un altro Ufficio analogo a Praga, sotto la direzione del vice di Eichmann: Hans Günther. Anche a Praga vennero seguiti i metodi inventati da Eichmann con largo successo. Con lo scoppio della guerra l'idea dell'emigrazione forzata perse ogni realismo pratico e pian piano crebbe e si affermò l'opzione dello sterminio. Le Centrali di Vienna e di Praga persero la loro ragion d'essere, ma non l'esperienza maturata. Eichmann venne infatti richiamato a Berlino e il 21 dicembre 1939 venne nominato "ufficiale incaricato per tutti gli affari relativi alla pulizia delle aree orientali". Lo staff formatosi intorno ad Eichmann lo seguì nel neonato ufficio IV-B-4 costituito all'interno dell'RSHA con il compito di dirigere le operazioni di trasferimento degli ebrei verso i campi di sterminio.

LE LEGGI DI NORIMBERGA

Il 15 settembre 1935, al congresso del partito nazista che ogni anno aveva luogo nella città di Norimberga, Hitler presentò , perchè fossero approvate per acclamazione, due leggi antiebraiche, che costituirono l'impalcatura di base sulla quale venne successivamente costruita l'intera politica antisemita del regime. La prima di queste due Leggi di Norimberga era intitolata "Legge per la cittadinanza del Reich" e stabiliva l'esistenza, da allora in avanti, di due gradi di cittadinanza. Infatti, "soltanto l'appartenente allo Stato di sangue tedesco o affine" poteva essere considerato, da quel momento, "cittadino del Reich" (Reichsbü rger) e, come tale, godere dei "pieni diritti politici a norma di legge"; gli altri, primi fra tutti gli ebrei, erano invece declassati al rango di semplici "cittadini dello stato". Questa legge non era il primo provvedimento antisemita preso dallo stato nazista; infatti, già la "Legge per la ricostruzione della carriera dei funzionari statali di ruolo" del 7 aprile 1933 aveva stabilito - in base al cosiddetto "paragrafo ariano" - il collocamento a riposo di tutti gli impiegati statali ebrei, nonchè l'allontanamento dalla professione dei medici, degli avvocati, dei giudici e degli insegnanti ebrei.


Tuttavia, con la promulgazione delle Leggi di Norimberga e, nel contesto, dell'altrettanto importante decreto sulla coscrizione obbligatoria del 25 luglio 1935, che sollevava gli ebrei dall'obbligo del servizio militare, essi tornarono alla condizione precedente all'Emancipazione, ridotti una volta ancora a cittadini di seconda classe. Le Leggi di Norimberga li rimossero dalle posizioni raggiunte nello Stato, nella società , nell'economia dopo il 1870. Inoltre, mentre la legge del 7 aprile 1933 aveva escluso dal licenziamento gli impiegati statali che avessero combattuto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, il decreto di applicazione della "Legge per la cittadinanza del Reich" emanato il 14 novembre 1935, privò in blocco gli ebrei di tutti i diritti civili e quindi provocò l'allontanamento anche di quest'ultimo gruppo di pubblici funzionari "non ariani". La seconda legge annunciata a Norimberga aveva come fine "la protezione del sangue e dell'onore tedesco". In sintesi, si può dire che essa vietava ogni forma di rapporto sessuale tra ebrei e tedeschi; quindi, mentre da un lato vietava i matrimoni misti per il futuro, dall'altro dichiarava nulli quelli già celebrati.

PROGETTO MADAGASCAR

Con il "Progetto Madagascar" le autorità politiche del Terzo Reich volevano risolvere la questione ebraica con la creazione di uno stato ebraico proprio sull'isola del Madagascar. Nel Terzo Reich la cosiddetta "questione ebraica" o "judenfrage" trovò una possibile soluzione con la possibilità di farli emigrare, per mezzo delle leggi di definizione, espropriazione e disumanizzazione. Ma tale politica fu solo un palliativo, ovvero un successo momentaneo. Poi con l'invasione della Polonia avvenuta il 1° settembre 1939, la situazione sembrò evolversi; infatti si apriva il "lebensraum" o "spazio vitale" verso l'est europeo, nel quale si pensò di ammassare gli ebrei tedeschi insieme agli altri due milioni di ebrei trovati in Polonia. I leader nazisti si rendevano conto che anche in questo caso si trattava di una soluzione momentanea per un possibile ulteriore spostamento di tale massa di popolazione ancora verso est, allorquando sarebbero avvenuti, l'attacco e l'invasione dell'Unione Sovietica. La questione ebraica aumentò di importanza quando furono occupate l'Olanda, il Belgio e la Francia. Così nacque un folle progetto: trasferire tutta quella massa di ebrei europei nell'isola africana del Madagascar, all'epoca colonia francese. Anche se è bene ricordare che sul finire degli anni trenta e prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, le autorità naziste avevano deciso di far emigrare alcuni ebrei tedeschi a Cuba e nella Repubblica Dominicana, anche se non se ne farà niente. Comunque l'idea di far trasferire gli ebrei d'Europa in Madagascar era venuta già ad un certo Paul de Lagarde, il quale nel 1885, in un acceso antisemitismo che animava la piazza, propose per l'appunto tale soluzione.

In tal senso se ne occuperà tra il 1926 e il 1927 perfino il governo polacco di allora. In quest'ultimo caso, nel 1937 il governo polacco spedì una commissione speciale, formata dal presidente Mieczyslaw Lepecki e, tra gli altri, da Leon Alter, il presidente della Associazione ebraica per l'emigrazione, proprio in visita sulla grande isola, anche se praticamente tale possibilità rimase solo sulla carta. Comunque il governo polacco continuò a tenere a galla tale progetto, continuando a tal proposito i colloqui bilaterali con le autorità francesi, da cui il Madagascar dipendeva. Poi nel 1938 l'idea passò in mano ai nazisti che, tramite il ReichsMarschall H. Goering, si propose di far trasferire tutti gli ebrei europei su tale grande isola africana. Quindi sia il ministro Schacht che il ministro von Ribbentrop, quest'ultimo del dicastero degli esteri, si mossero in tal direzione. Poi con la guerra lampo e con la sconfitta francese, i tedeschi diedero un ulteriore input a rendere operativa e quindi fattibile "l'Operazione Madagascar". In tale direzione si muoveranno, fin dal maggio del 1940, perfino il Reichsfuhrer Heinrich Himmler e lo stesso Hitler che giudicò tale progetto come "molto valido e corretto". Dello stesso avviso era il Governatore Generale della Polonia, Hans Frank, in quanto la soluzione Madagascar rappresentava l'unica via possibile per liberarsi dell'ingombrante fardello di tutti quegli ebrei che ricadevano sotto la sua giurisdizione. Intanto per rendere attuabile e concreto tale progetto, il ministro degli esteri von Ribbentrop ordinò al suo collaboratore Franz Rademacher di renderlo operativo e quindi fattibile. Quindi tale "Progetto Madagascar" doveva essere inserito nel trattato di pace con la Francia. Così Rademacher stilò un memorandum dal titolo "La questione giudaica nel trattato di pace". Ma tutto questo, ovvero lo spostamento via mare di quasi 4 milioni di ebrei europei per l'isola del Madagascar, non avverrà perchè la Gran Bretagna non fu sconfitta e quindi continuò a controllare indisturbata tutti i mari. Il fallimento dell'attacco alla Gran Bretagna porterà a considerare il "Progetto Madagascar" totalmente irrealizzabile e porterà pertanto all'unica soluzione possibile: la cosiddetta "soluzione finale", ovvero l'annientamento fisico degli ebrei europei.

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