LA STORIA E I DATI STATTISTICI

EUROPA

Shoah: certamente il genocidio più noto, fu metodicamente condotto dalla Germania nazista in buona parte dell'Europa prima e durante la seconda guerra mondiale e portò all'annientamento di 6 milioni di ebrei (oltre la metà degli ebrei in Europa), colpendo anche gruppi etnici Rom e Sinti (i cosiddetti zingari), comunisti, omosessuali, prigionieri di guerra, malati di mente, Testimoni di Geova, Russi, Polacchi e altri Slavi, per un totale di vittime stimabile tra 13 e 20 milioni. Le forze armate della Germania nazista compirono sistematicamente massacri di civili in Polonia ed in Russia. La cifra delle vittime solo nei territori occupati in Unione Sovietica ammonta a circa 27 milioni. In Italia, i nazisti, appoggiati dalle milizie fasciste italiane, deportarono e uccisero circa 7.000 ebrei italiani.

Genocidio armeno (1915-1916): il governo Turco guidato dai Giovani Turchi deportò ed eliminò sistematicamente la minoranza Armena. Il numero di morti è molto incerto e valutato da 200.000 a oltre 2 milioni; la cifra più accettata è di 1.200.000.

Holodomor (1932): il popolo ucraino fu sterminato per carestia indotta; il numero di vittime è molto incerto e varia da 1,5 a 10 milioni. Diverse parti (fra cui l'Ucraina, l'Italia e gli USA) riconoscono l'Holodomor come genocidio a causa dell'aggressione specifica del popolo ucraino volta a spezzarne le aspirazioni indipendentiste.

Kulaki: furono deportati a milioni in Siberia e nei gulag e si stima che circa 600.000 morì o fu ucciso. Nonostante esistano diversi elementi a favore, lo sterminio dei kulaki non può essere definito genocidio a causa dell'incertezza e della variabilità con cui le vittime venivano classificate come Kulaki e a causa del fatto che l'eliminazione non era considerata un fine ma un mezzo.

Italia (1943-1945): Il massacro delle foibe ad opera dei partigiani di Tito contro gli italiani, per motivi etnici e politici, alla fine e durante la seconda guerra mondiale in Venezia Giulia e Dalmazia viene da taluni considerato genocidio in quanto il fine era quello di far scomparire (come poi avvenne) la componente italiana da queste due regioni. Il numero delle vittime varia da diecimila a ventimila.

Bosnia: la guerra in Jugoslavia, successiva alla proclamazione di indipendenza della Slovenia e della Croazia, provocò 250.000 vittime, due terzi delle quali civili. Nonostante le atrocità avessero caratterizzato tutte le parti belligeranti, solo i dirigenti comunisti serbi si resero aggressori e colpevoli di pulizia etnica ed alcuni di loro vennero incriminati di genocidio nei confronti dei musulmani bosniaci. Il 18 dicembre 1992, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite parlò di una "politica esecrabile di pulizia etnica" che è una forma di genocidio.

Srebrenica: questo genocidio si svolse durante la guerra di Bosnia(1992-1995) che scoppiò in seguito alla proclamazione dell'indipendenza bosniaca. La città di Srebrenica venne occupata l'11 luglio 1995 e le truppe serbo-bosniache deportarono e massacrarono la popolazione. Morirono circa 8.000 uomini e ragazzi bosniaci, che furono uccisi a causa della loro religione (musulmana).

Georgiani in Abkhazia: alcuni usano il termine genocidio per descrivere i massacri e le espulsioni forzate di migliaia di abitanti di etnia georgiana dell'Abkhazia durante la guerra abkhazo-georgiana (1991-1993). Tra i 10.000 e i 30.000 georgiani furono uccisi dai separatisti abkhazi, dai mercenari stranieri e dalle forze della Federazione russa. Tra le vittime si ebbero anche alcuni greci, estoni, russi e abkhazi moderati. L'espressione Olocausto degli Assiri si riferisce alla deportazione ed eliminazione di cristiani della Chiesa assira, della Chiesa ortodossa siriaca, della Chiesa cattolica sira e della Chiesa cattolica caldea compiuta nell'Impero ottomano dal governo dei Giovani Turchi tra il 1915 e il 1916. Furono massacrati non meno di 275.000 cristiani e, secondo alcune fonti, fino a 750000.

AFRICA

Zanzibar: questo genocidio avvenne nel gennaio del 1964 quando furono sterminati da 5.000 a 12.000 arabi (su un totale di 22mila) con modalità che assunsero i tratti del genocidio.

Burundi: avvenne nel 1972 , nel teatro dei conflitti etnici della regione intorno al Rwanda, 150.000 Hutu furono massacrati dal governo Tutsi.

Ruanda: il peggiore genocidio africano avvenne nel 1994 in Ruanda da parte di milizie e bande Hutu contro la minoranza Tutsi e tutti coloro che erano sospettati di favorirli. Le vittime, circa un milione, furono spesso uccise barbaramente con armi rudimentali. Nel 1962, 100.000 Tutsi erano già stati massacrati per gli stessi motivi che avrebbero portato al genocidio del 1994, inoltre, massacri occasionali si verificarono per tutta la seconda metà del '900, anche dopo il '94.

Darfur: regione del Sudan occidentale che dal 2003 è teatro di un conflitto che gli Stati Uniti e alcuni media e studiosi considerano come genocidio. I Janjawid, gruppo di miliziani appoggiati dal governo, uccidono sistematicamente i gruppi etnici. Le diverse fonti riferiscono di un numero di morti da 200.000 a 400.000 e di 2 milioni di profughi.

Le guerre Herero: spesso ricordate anche come genocidio degli Herero e dei Nama, ebbero luogo nell'Africa Tedesca del Sud-Ovest (oggi Namibia) fra il 1904 e il 1907, nel periodo della spartizione dell'Africa. Il conflitto ebbe inizio dalla ribellione del popolo herero (a cui si aggiunse in un secondo momento il popolo nama) contro l'autorità coloniale tedesca. Il generale Lothar von Trotha, incaricato di sopprimere la ribellione, utilizzò pratiche di guerra non convenzionali che includevano l'avvelenamento dei pozzi e altre misure che portarono alla morte per fame e per sete di una rilevante percentuale della popolazione herero e nama.

ASIA

Indonesia (nel 1965 e nel 1966): il regime di Sukarno attuò una repressione anti-comunista, per annientare il partito comunista, in cui furono sterminate da 500.000 a un milione di persone.

Bangladesh (1971): il regime di Yahya Khan condusse una sanguinosa operazione militare contro il Pakistan dell'est, in cui furono uccisi da alcune centinaia di migliaia a 3 milioni di civili.

Cambogia (tra il 1975 ed il 1979): i Khmer rossi, sostenuti ed armati dalla Cina, massacrarono o fecero morire nei cosiddetti campi di rieducazione o Killing Fields (campi della morte) da 1 a 2,2 milioni di persone. Il termine genocidio fu usato per la prima volta dal filosovietico Vietnam, il cui esercito nel 1979 occupò la Cambogia,sconfiggendo i Khmer Rossi. Solo nel dicembre 1997, l'ONU parlò di "atti di genocidio". Fra le vittime, furono colpiti soprattutto cattolici, musulmani Cham, cinesi e vietnamiti, perseguiti in quanto tali o in quanto abitanti delle città o commercianti. Il popolo fu classificato in categorie come "popolo nuovo" (da rieducare), "sotto-popolo" e "traditori" (da eliminare).

Timor Est: nel 1975 l'occupazione indonesiana provocò la morte di circa 180000 persone.

AMERICA

Guatemala: a partire dal 1960, il regime militare di Carlos Castillo Armas causò 30 anni di guerra civile e la morte di 200.000 civili. La Commissione per la verità sponsorizzata dall'ONU ha concluso che in certe aree (come Baja Verapaz) il governo avviò intenzionalmente una politica di genocidio contro determinati gruppi etnici, soprattutto Maya.

Argentina: genocidio avvenuto in Sud America nel 1976; provocò alcune migliaia di vittime e un numero elevato di desaparecidos (scomparsi).

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