GLI ACCORDI CON LA GERMANIA

IL PATTO D'ACCIAIO

Il Patto d'Acciaio, siglato il 22 maggio 1939, è un accordo tra i governi di Italia e Germania che prevedeva, in caso di minacce internazionali, il reciproco e immediato aiuto e supporto militare in caso di guerra, tanto offensiva quanto difensiva, l'impossibilità per uno dei due contraenti di firmare la pace senza il consenso dell'altro, la stretta collaborazione nella produzione bellica e in generale in campo militare. Il Patto, avente inizialmente validità decennale, era nato dalla convinzione, più italiana che tedesca, che la guerra sarebbe scoppiata non prima di tre anni, tanto che quando, l'1 settembre 1939, con l'invasione della Polonia, la Germania diede, di fatto, inizio al secondo conflitto mondiale, l'Italia era del tutto impreparata e si trovò nell'impossibilitò di dar seguito alle promesse fatte e di tener fede agli impegni presi. Al Duce non restò che dichiarare la non belligeranza dello Stato italiano: si trattava di una presa di posizione ideale al fianco della Germania che non prevedeva, per il momento, un vero e proprio intervento militare.

Mussolini era perfettamente consapevole della debolezza e dell'impreparazione dell'esercito italiano e proprio queste considerazioni lo avevano spinto a tenersi fuori dal conflitto, ma le sue convinzioni erano destinate a cambiare presto. Abbagliato dalla potenza militare tedesca, dalle numerose vittorie della Wehrmacht, dalle prospettive di una guerra lampo e dalla possibilità di sedersi al tavolo dei vincitori1 a spartirsi l'Europa, il Duce decise che era arrivato per l'Italia il momento di partecipare attivamente al conflitto: il 10 giugno 1940 dichiarò guerra alla Francia, attaccandola da sud.

L'ASSE ROMA-BERLINO

Asse è il nome con cui il Duce volle battezzare l'intesa stipulata il 24 ottobre 1936 tra Italia e Germania per sancire l'unione politica, economica e culturale tra i due Paesi. Si trattò, è vero, di un patto di amicizia formale estremamente vago, ma dal grande significato politico: di fatto, si sanciva il primo, concreto atto di avvicinamento tra due Stati in precedenza divisi da questioni politiche e militari. A questo importante accordo si arrivò in seguito alla guerra coloniale combattuta dall'Italia contro l'Etiopia (ottobre 1935-maggio 1936), un conflitto in cui risolutivo si era rivelato l'aiuto prestato al giovane e impreparato esercito italiano dalle ben più organizzate forze armate tedesche. L'attacco italiano all'Etiopia provocò numerose reazioni a livello internazionale: la Società delle Nazioni, che non era stata preventivamente interpellata da Mussolini per autorizzare la guerra, emanò gravi sanzioni a carico dello Stato italiano; il Duce, consigliato e appoggiato da Hitler, rifiutò tassativamente di piegarsi a queste richieste e l'Italia fu di conseguenza esclusa dall'organizzazione concepita da Wilson al termine della Grande Guerra. Nella situazione di isolamento che ne seguì, i dittatori dei due Stati ebbero i primi contatti politici, destinati a trasformarsi presto in stretti rapporti di collaborazione e amicizia personale. La prima azione evidente della nuova alleanza italo-tedesca fu la congiunta partecipazione alla guerra civile spagnola a sostegno delle forze franchiste; ma Mussolini andò oltre, aderendo nell'autunno del 1937 al Patto Anticomintern, un'unione in funzione anticomunista che aveva già unito Germania e Impero giapponese. Il Duce continuava, comunque, a nutrire dubbi circa l'opportunità di legarsi al Terzo Reich in una vera e propria alleanza militare: Mussolini avrebbe rotto definitivamente gli indugi solo nel maggio 1939, dopo l'Anschluss, la Conferenza di Monaco e l'occupazione dell'Albania.

Scroll to Top