"LA NOTTE"


Autore: Elie Wiesel
Titolo originale : "La nuit"

"La notte" è un libro di Elie Wiesel, un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale. Il libro è un'autobiografia dell'autore, nel quale egli racconta minuziosamente i particolari dei momenti decisivi di quel periodo così difficile e sconvolgente. All'epoca della sua deportazione Eliezer (questo il suo nome ebraico), aveva solamente 15 anni e viveva insieme alla famiglia in Romania, suo paese natale. Il racconto inizia con i ricordi relativi ad avvenimenti avvenuti prima della deportazione, già in tempo di guerra, nel periodo che va dall'estate 1943 alla primavera 1944. Dai momenti di spensieratezza e studio della cultura ebraica, Eliezer ben presto passa a convivere con le S.S. giunte per ghettizzare la sua piccola cittadina.

Da qui in poi le restrizioni naziste cambieranno notevolmente il modo di vivere di Elie, ciò lo porterà a riflettere sulla sua fede, anche sull'esistenza del suo stesso dio. Arriva il giorno della deportazione, dopo un viaggio provante e interminabile Eliezer giunge a Birkenau, appena sceso scopre subito il lato più tetro del campo, il forno crematorio. Grazie ai consiglio dei deportati Elie sfugge alla prima selezione per la vita e la morte insieme al padre. Proprio il padre assume un ruolo particolare all'interno del libro, è lui infatti a dare l'esempio al figlio e ad insegnargli a resistere ed a andare avanti. Successivamente invece i ruoli si capovolgono. Eliezer e suo padre vengono mandati a Buna-Monowitz dove troveranno un ambiente più confortevole rispetto a Birkenau. Tutti e due lavorano nelle fabbriche annesse al campo e, sebbene denutriti e sempre più deboli riescono a sopravvivere senza troppe difficoltà. Ciò che sconvolge maggiormente Elie sono però le esecuzioni sommarie compiute dalle S.S. del campo, soprattutto ai danni dei giovani come lui. Ciò lo porterà ad abbandonare totalmente la sua fede religiosa e a non provare più alcun sentimento o emozione per molto tempo. Da qui inizia anche il cambiamento nel rapporto con il padre, ora è Eliezer a prendersi cura di lui, a sostenerlo e a cedergli parte della sua razione di pane. Egli infatti è sempre più debole e prossimo alla morte. Proprio i momenti di dialogo con il padre e le relative riflessioni sono i passi più forti, più carichi di disperazione e tristi dell'intero libro. Alcuni episodi di violenze tra altri figli e padri porteranno Eliezer a pensare di disfarsi del padre, ciò però resterà solo un pensiero, il ragazzo rifiuterà sempre di abbandonare al proprio destino. È ormai la fine della guerra e Elie e il padre vengono trasferiti prima a piedi e poi in treno sino a Buchenwald. Qui il padre, ormai sfinito dal lungo viaggio, troverà la morte e, durante la notte verrà portato al forno crematorio del campo. Dopo pochi giorni il campo viene liberato dagli alleati. Le sofferenze del ragazzo non sono ancora finite però, egli dovrà passare ancora alcune settimane in ospedale su un lettino a causa delle sue condizioni precarie. Elie Wiesel è ora un cittadino americano, ha anche la cittadinanza francese, paese che lo ha accolto subito dopo la guerra. Nei campi ha perso oltre al padre anche la madre e le sue due sorelle maggiori.

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