ALTRI ESPERIMENTI

Durante la guerra, furono numerosi gli esperimenti svolti sui prigionieri all'interno dei campi di concentramento. Lo scopo con cui venivano effettuati era quello di condurre ricerche e mettere a punto metodi che permettessero di migliorare la "razza ariana", e di aumentare la possibilità di sopravvivenza dei soldati tedeschi. In realtà, le operazioni effettuate non avevano alcun fondamento scientifico, e portavano solo alla morte o ad atroci sofferenze. 

Gli esperimenti che venivano inflitti ai deportati erano di vario tipo. Tra i primi a essere messi a punto furono quelli condotti in condizioni estreme, come quelli a basse temperature o a grandi altezze. Tramite questi, si voleva verificare se era possibile sopravvivere in acque gelate, oppure la possibilità, per un aviatore, di rimanere in vita dopo essere stato lanciato con il paracadute da un'altezza superiore a quella del respiro. Dopo aver effettuato questi esperimenti, la maggior parte delle volte ai medici non rimaneva che constatare il decesso delle cavie. 

Altri test effettuati erano quelli sulle malattie infettive. I malati di dissenteria, per esempio, venivano vivisezionati, perchè i medici ritenevano che questo era l'unico modo per poter studiare le lesioni interne. Inoltre, vennero effettuati esperimenti per trovare un vaccino contro la malaria; le vittime venivano infettate con zanzare portatrici di questa malattia. Questo provocava ai prigionieri febbri altissime, e i medici somministravano loro un gran numero di farmaci. Spesso, ciò che portava le cavie al decesso, non era tanto la malattia in se, quanto le cure effettuate. I medici nazisti condussero esperimenti anche sulla febbre gialla, di cui già esisteva il vaccino, ma l'obiettivo era quello di riuscire a capire in che modo e in che misura la somministrazione dello stesso riduceva le capacità lavorative di coloro ai quali veniva iniettato. Un'altra malattia su cui vennero fatte numerose ricerche era la tubercolosi, che colpiva spesso i soldati al fronte. Per queste operazioni, venivano prelevati i bambini, ai quali veniva inoculato il virus di questa malattia. Quando ormai era stata contratta, i giovani malati venivano sottoposti a ogni tipo di esperimento il cui risultato finale era identico a quello di tutti gli altri studi condotti, ovvero la morte. 

Nei campi venivano sperimentati anche  numerosi gas nocivi. L'operazione consisteva nel cospargere le braccia delle vittime di gas liquidi che provocavano gravissime ustioni e spesso portavano alla cecità a causa dei vapori che emanavano. I medici imponevano alle cavie sopravvissute di correre e di fare attività, per verificare quanto tempo impiegassero a recuperare le forze dopo questi trattamenti. 

Vennero condotti anche numerosi studi sui tessuti muscolari, sulle ossa e sui nervi. Le operazioni portavano all'incisione delle gambe dei prigionieri e alla rimozione chirurgica delle ossa, dei muscoli e di pezzi di nervi, con lo scopo di studiare trapianti, fratturazioni, ingessature e infezioni ossee. Ogni vittima poteva subire queste operazioni anche fino a sei volte. Molte delle cavie morivano o rimanevano storpie, a causa della mancata sterilizzazione degli strumenti utilizzati e del lavaggio delle parti da operare. 

I medici svolgevano anche ricerche sulle cure ormonali, sul meccanismo del vomito attraverso la vivisezione, sugli effetti mortali delle trasfusioni di gruppi sanguigni diversi, sull'effetto dell'elettroshock, e sulla morte provocata dalla fame.

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